Economia e Lavoro

La chiusura d’ufficio della partita iva, ecco quando accade

La chiusura d’ufficio della partita iva avviene in particolari condizioni che riguardano casi in cui spesso, alcune società possono incorrere. Di solito, la chiusura della partita iva inattiva comporta anche la cancellazione in base a quello che è il degrado del 2011, che prevede quindi, di dare un ordine a tutta la vicenda che riguarda questo particolare tipo di istituto. Infatti, c’è da dire che molte persone che non utilizzano più la partita iva, per non affrontare i costi di chiusura, a volte la lasciano lì inattiva. Però, in base alla legge, adesso c’è la chiusura d’ufficio della partita iva e quindi va presa in considerazione la chiusura forzata per non incorrere in altri costi ed in sanzioni.

 

La cessazione della partita iva inattiva

 

Per la chiusura della partita iva è stata anche prevista la cessazione prevista dall’ Agenzia delle Entrate che fa chiudere la propria posizione Iva in maniera molto veloce ed inoltre poi, è prevista sempre la chiusura di questa partita iva anche quando c’è la dichiarazione di cessazione attività e di conseguenza, in automatico non sarà più valida quel determinato punto di riferimento.

 

Qualora qualcuno volesse chiudere la partita iva pur non avendo fatto per tempo la richiesta, potrebbe, grazie alla nuova norma in merito, chiuderla entro 90 giorni e quindi pagherà una sanzione ridotta ad un quarto e perciò riuscirà ad evitare ulteriori guai che riguardano la mancata comunicazione della fine di quella partita iva.

 

La partita iva inattiva viene cancellata in base a quello che prevede la legge, perché ovviamente non è possibile tenerla aperta se non viene utilizzata e quindi, quando poi dall’Agenzia delle entrate si renderà conto che non c’è più l’utilizzo allora, arriverà il provvedimento d’ufficio da parte dell’Agenzia delle Entrate competente.

 

Molto spesso, però chi opera nel settore continua a chiedersi, se vale la pena mantenere una partita iva dormiente oppure se conviene chiuderla. Quando c’è una partita iva dormiente, a volte si potrebbe correre il rischio di trovarsi in difficoltà nei confronti delle norme che invece prevedono la comunicazione della cessazione dell’attività e perciò, qualora ci fosse un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate si potrebbe incorrere in delle pesanti sanzioni che varrebbe la pena evitare semplicemente facendo la comunicazione dovuta, in base a quello che prevede la norma. In merito quindi alla chiusura di una partita iva vale sempre la pena comunicare, così come previsto dalla norma, per evitare di mettersi nell’errore da un punto di vista fiscale. Qualora però non ci sia stata la giusta mossa iniziale, si potrà proseguire senza ombra di dubbio entro i 90 giorni, così come prevede la legge attualmente in vigore.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *